notecidi n. 7 - 16/4/2015
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a cura di E. Colonna e L. Zou |
n. 7 del 16 aprile 2015 |
L’anno scolastico è cominciato con le visite del Presidente del consiglio alle scuole – una a settimana – e si concluderà, forse, con uno sciopero generale unitario, chiesto a gran voce in questi giorni da un fronte sempre più ampio e crescente. Stiamo entrando purtroppo nella fase più dura e difficile della discussione aperta con la Buona scuola lo scorso autunno, perché la maggioranza di governo si ostina a non voler separare le scelte sull’assunzione dei precari dal disegno di legge sulla riforma. La Commissione cultura della Camera dei deputati ha bocciato la richiesta delle opposizioni di stralciare dal disegno di legge la parte che riguarda le assunzioni. Lo stralcio, richiesto dalla stragrande maggioranza delle associazioni e dei comitati durante le audizioni parlamentari, avrebbe consentito di gestire con tranquillità la vicenda dei precari, ma anche di garantire un ordinato avvio del prossimo anno scolastico e tempi ragionevoli nella discussione parlamentare sull’intero ddl di riforma. Così non sarà. Si andrà allo scontro, e la necessità e l’urgenza delle assunzioni saranno usate come arma di ricatto contro tutti quelli che chiedono una discussione seria sulle scelte di fondo che riguardano il futuro della scuola. Se in Italia non si è riusciti da circa quarant’anni a fare una riforma della scuola non è perché le forze politiche e sindacali fossero inette e inconcludenti, ma perché sull’idea di scuola si gioca un’idea di società. E infatti sulla riforma della scuola, nel passato, sono caduti i governi, se lo ricordino i nostri governanti. |
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Dalla Buona scuola al disegno di legge Il dibattito in corso Le elezioni del Consiglio superiore Pubblica istruzione Concorso dirigenti. A che punto siamo Seminario nazionale sul curricolo verticale Iniziative Cidi |
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Dalla Buona scuola al disegno di legge |
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Il testo sul quale il Parlamento sta lavorando e che si appresta a votare è, se possibile, peggiore del documento dello scorso settembre sulla buona scuola (sono disponibili anche le schede di lettura a cura del Servizio studi del Dipartimento cultura della Camera). A settembre si era parlato di “risoluzione” del problema del precariato, questo obiettivo era stato sbandierato con grande enfasi e tutta la scuola aveva dato atto al governo dell’importanza di questa scelta. E ora? I numeri di cui si parla sono del tutto diversi da quelli iniziali, e la sospirata assunzione assomiglia sempre di più a un percorso a ostacoli piuttosto confuso. Inoltre, non c’è alcuna coerenza tra il testo del ddl e il dibattito che si era sviluppato a partire dalla buona scuola, perché si è passati da un documento basato sulla centralità degli insegnanti (vi ricordate tutto il dibattito sulla carriera e sul merito?) a uno che ruota attorno al ruolo del dirigente. Quello che si delinea è un sistema profondamente autoritario, caratterizzato da un accentramento delle scelte fondamentali nella figura del dirigente il quale (in verità più prefetto che sindaco) a sua volta risponderà a una burocrazia rigida e centralizzata. Siamo di fronte a un arretramento complessivo, nel quale vengono travolti beni preziosi come la libertà di insegnamento e la scuola dell’inclusione. Persino i famosi 500 euro annui (?) promessi agli insegnanti per l’aggiornamento professionale, in questo contesto appaiono una scelta equivoca. Bisognerebbe prima di tutto aumentare gli stipendi e finanziare seriamente la formazione in servizio, e solo dopo pensare all’aggiornamento individuale. Se si pensa che gli insegnanti abbiano bisogno di una mancia per andare a teatro e comprarsi qualche libro si torna indietro di oltre cinquant’anni. In conclusione, una deriva molto pericolosa per la scuola tutta, che diventerà un luogo che registra e approfondisce le differenze fra gli studenti, fra una scuola e l’altra, fra i territori del nostro Paese. |
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Il dibattito in corso |
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Non è facile riassumere e dare conto in questa sede della miriade di iniziative e di prese di posizione sul disegno di legge, perché, come è comprensibile, il dibattito che si è sviluppato è stato ed è tuttora molto ricco e diversificato. La prima osservazione da fare è che nelle audizioni parlamentari la maggior parte delle associazioni di docenti, studenti, genitori, dirigenti, e quasi tutti i sindacati hanno chiesto con decisione lo stralcio della parte sull’assunzione dei precari, e, anche se con sfumature diverse, gli interventi critici e decisamente contrari sono stati moltissimi. Anche il Cidi ha espresso la sua posizione con l’intervento di Giuseppe Bagni, presidente nazionale. Contemporaneamente una rete di trentadue associazioni, sindacati, movimenti, ha sottoscritto un appello al Parlamento in cui si sintetizzano in cinque punti gli elementi che tutti vogliono denunciare: disuguaglianze, governance, risorse economiche, rapporto scuola-lavoro, deleghe al governo. Dovunque è un fiorire di documenti e mozioni da parte di scuole, collegi dei docenti, associazioni. Anche dentro il Cidi, da molte città ci stanno arrivando le prese di posizione da gruppi di docenti sempre più estesi. Per tutti, riportiamo qui quelle del Cidi di Torino e del Cidi di Cosenza. L'intero dibattito su insegnareonline. |
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Le elezioni del Consiglio superiore della Pubblica istruzione |
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Il 28 aprile si vota per il Consiglio superiore della pubblica istruzione (Cspi, ex Cnpi), l’organismo nazionale di rappresentanza della scuola italiana. Il ruolo del Cspi è importante perché è un organismo nazionale, eletto da tutto il personale, che deve essere consultato su tutti i provvedimenti che riguardano la scuola. Si tratta di un organo consultivo, ma è l’unico che a livello nazionale rappresenta la voce della scuola. Per questo è importante andare a votare. Per questo il Cidi ha ritenuto di dover candidare il proprio Presidente nazionale, prof. Giuseppe Bagni, nelle liste “CGIL - VALORE SCUOLA” , docenti scuola sec. II grado. Si vota per ordine di scuola, infatti ci sono liste separate: scuola dell’infanzia, scuola primaria, scuola sec. I grado, scuola sec. II grado, dirigenti scolastici, personale ATA, scuole di lingua slovena, scuole della Valle d’Aosta, Scuole di lingua tedesca. Hanno diritto al voto: tutto il personale della scuola statale, il personale educativo e Ata di convitti ed educandati, gli assistenti educativi delle scuole statali speciali a tempo indeterminato e determinato (con incarico annuale e fino al termine delle lezioni). |
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Concorso dirigenti. A che punto siamo |
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Siamo ancora in attesa del bando del concorso per dirigenti scolastici. Dalle ultime notizie il testo iniziale è stato modificato con l'eliminazione di una delle due prove scritte previste inizialmente. Il testo così modificato ha avuto il parere positivo di MEF e Funzione Pubblica, ora è stato inviato al Consiglio di Stato per il parere previsto. Una volta completato questo iter, dovrà tornare al Consiglio dei Ministri e varato come DPCM. Nel frattempo, tutti i docenti che volessero prepararsi al concorso possono iscriversi ai seminari nazionali del Cidi che partiranno nel mese di maggio, durante i fine settimana. Il primo è previsto per il 9 maggio. |
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10° Seminario nazionale sul curricolo verticale |
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Con il Seminario nazionale sul curricolo verticale il Cidi ripropone una riflessione sul fare scuola quotidiano, che oggi crea sempre più difficoltà agli insegnanti, vista la condizione in cui versa la scuola. In questi tempi difficili, fatti di voti e tempi contratti, occuparsi di didattica è per noi insegnanti uno dei modi, forse il più importante, per costruire una scuola migliore. Il seminario, che si articola in varie città, ha rappresentato e rappresenta un momento molto significativo nell’esperienza del Cidi: permette infatti il confronto e la discussione su esperienze che possono costruire pezzi del curricolo verticale delle varie discipline, nei vari ordini di scuola. |
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Il Cidi lancia una campagna di sottoscrizione e chiede a tutti i suoi amici, iscritti e no all’associazione, di versare un contributo anche minimo. Ci rivolgiamo anche a tutti coloro che hanno lavorato con noi in questi anni, professori universitari, amici dei sindacati, uomini e donne di scuola che ci hanno affiancato nel nostro lavoro regalandoci la loro competenza e la loro cultura. Abbiamo ancora bisogno di voi. Sostenere il Cidi, che vive grazie al lavoro volontario dei suoi iscritti, significa sostenere una voce libera e indipendente che da sempre sta dalla parte della scuola pubblica di qualità per tutti, luogo di confronto fra posizioni ideali e culturali diverse. In un momento come questo, in cui le sedi di dibattito diminuiscono, la presenza del Cidi è una ricchezza per tutti. |
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